domenica 26 dicembre 2010

STELLE

STELLE




La luce delle stelle
mi stupisce stasera
dall’immensità affacciate
s’esibiscono le più lustre
tra pareti d’empireo
si celano le più meste.

Accese
stanno a sbriciolare nell’oscurità barlume
celestiali
in coro arpeggiano un canto
sospese
sorridono taciturne in ogni tempo.

Luna
non derubare alcuna tra le stelle
miraggio
affidano a pupille
che attorno
non scorgono luce.

Stelle respirate piano
quando illuminate la notte di un bimbo tra i sogni
stelle stringete la mano
a chi è nelle tenebre perso,
vestite con la luce del timido sguardo
le pareti del cupo percorso.

martedì 21 dicembre 2010

CRISTALLI DI PAROLE - Prefazione di M. Carocci


Prefazione


Entrare nel mondo poetico di Grazia Finocchiaro, è come tuffarsi nei colori più cangianti ed intensi della vita.

Dalle righe, scaturiscono fluenti le emozioni, i canti e le immagini che l’ autrice riesce a rendere visive mediante un linguaggio particolarmente descrittivo ed efficace ricco di figure retoriche.

Nel verde giardino della sua poesia, sbocceranno così fiori di zagara, si apriranno sogni, danzeranno amori e vi saranno maree, ma troveranno spazio i dolori, gli affetti amati e poi perduti, i ricordi nostalgici d’un tempo che fu e poi non più…

La capacità di rendere la propria introspezione materia visiva, è ciò che Grazia Finocchiaro riesce a comunicare, aprendosi ai lettori in tutta la sua verità, con le angosce, i disagi, le dolcezze, le emozioni e le amarezze di una donna che di vita vive!

Dalla poesia “Mare”:
      


 _Mare immenso mare
         puoi raccogliere
        tutti i miei segreti e le parole
        che oltre le tue salsedini
        ho lasciato…

L’evocare ed affidare al mare, muto elemento di ascolto, testimone di emozioni, di segreti, essere in simbiosi con la maestosità e l’impetuosità dell’acqua e affidarsi ciecamente confessando le profondità dei propri pensieri, è un viaggio introspettivo, un viaggio interiore che porta alla conoscenza di un “io” a volte soffocato.

Il linguaggio è senza interposizioni, è diretto, privo di orpelli e inutili retoriche e banalità ormai obsolete.

Dalla poesia “Intreccio delle ciglia” (eutanasia)

_
Ho gridato quanto grande era l’urgenza
del continuare quella vita con appena
d’acqua un sorso e di cibo altra sacca
per alleviare l’eterna partenza…

Verso emotivamente forte, che ci parla del senso della vita e dell’impotenza umana di fronte all’evolversi di un processo inarrestabile, quello della morte.

Parole forti, quasi urlate dal senso di smarrimento di chi assiste qualcosa, e non più qualcuno.

Lacrime fra le righe, quando l’essere umano è ostacolato dal giusto e lo sbagliato, quando non vorremmo vedere quei corpi adagiati, immobili, inerti, idratati e nutriti in attesa di un non risveglio.

Un dilemma difficile che la nostra autrice, sensibile e attenta, ha voluto sottolineare con una lirica intensa ed emozionale.


I suoi versi c’invitano a profonde meditazioni, a riflessioni e a domande che spesso non trovano risposta, lasciandoci all’ attenta considerazione dei nostri limiti umani.

L’ arte poetica nasce dall’incontro col proprio sé, dove non possiamo mentire, così come fa Grazia Finocchiaro, portando fuori dalla nicchia profonda dell’anima, i dubbi, le difficoltà e le certezze del nostro tempo.

La sua poesia è un viaggio dove tutti ne attingiamo, perché l’ esperienza del vivere ci accomuna nell’unico cammino che conosciamo: l’ esistenza terrena.


Ciò che la nostra autrice esprime, lo fa con garbo, gentilezza e amabilità, quasi con timore o addirittura la paura di frantumare i propri pensieri così come fossero fragili e delicati cristalli… CRISTALLI DI PAROLE.

Marzia Carocci


SOLIDARIETA' (Venezuela) - Ispirata Dall'Assoc. Umanit. Beyon Ocean (Italy-Venezuela)

SOLIDARIETA’ (Venezuela)



Fuggirò tra sconsolate stelle
che a guardare meste stanno
terra di pane e acqua spoglia.

Disseminerò con grosse torce
luce di amicizia
dove ammutolita l’umanità
dentro proprie ossa resta.

Salperò l’oceano con ingente nave
colma di abbracci e sorrisi
sulle spalle farò carico d’amore
da bere porgerò con le mani
braccia porteranno mattoni.

All’apparenza di un bimbo
il cuore verrà morso di sofferenza
staranno i miei occhi in trepidazione
che all’istante si potrebbe
spezzare la sua magrezza.

Un vagone colmerò di cemento
finché le case non siano
di fango e legno
e di lamiere non sia il tetto.

Una cesta di viveri
ad una gravida vorrò portare
perché sia partorito
un figlio ben nutrito.

Se il petrolio canta abbondanza,
che domani possano i pozzi
elargire quantità d’acqua immensa
che i disidratati dissetarsi potranno.

Seme speciale vorrò seminare
così che i campi diverranno
ricchezza di grano
per un popolo intero sfamare.


Segnalazione di merito dal Comune di San Gillio (To)

giovedì 16 dicembre 2010

BIMBI IN AFRICA

BIMBI IN AFRICA




Dalla sete tormentati

senza sogni

l’aria bruna trafigge corpi

senza carne, senza vesti.

Piccole vite

Innocenti,

con ossa sparse

al gelo alla fame,

che fiatano aria malsana

inconsci

di acqua lavata.

Solo una ciotola di liquido

li sazia

e ignorano

cos’è il pane tra i denti.

GENESI

GENESI




E’ di rugiada
il mattino di novembre
e di nuova vita
il giorno si colora.


Dopo lunga attesa
un soffio vitale
il mio animo pervade
di gioia suprema.


Il bebè poggiato
sul grembo di mamma
rivela in me
eredità materna.


Il giubilo sorriso
di mia figlia
rivela
il frutto del parto.



a Giusy
1997 Novembre

PIOGGIA A MONTMARTRE

PIOGGIA A MONTMARTRE





Dal cielo plumbeo scrosciava
tambureggiando la pioggia
tra alberi discinti allineati
nelle larghe piazze tra panchine vuote.


Pochi passi per i viali,
nei pub tra luci sommesse
traboccanti boccali,
a dar vita all’asfalto fari abbaglianti.


Era triste Montmartre…


grugni mesti di pittori,
miraggio di volto ritratto,
colori trasudati da mani stanche,
di avventore attesa incessante,

sul bohémien pioveva speranza.


Quella sera a Montmartre…


accostata al gruppo
si agitavano i miei sensi
lo sguardo si posava
sul mucchio di dipinti per terra sparsi

un bohémien asserì al passante
…eh, hai fatto soldi tu…


Montmartre…


Domani pioverà sole sui colori,
tempo nuovo, tanti avventori.







giovedì 9 dicembre 2010

PER TE

youtube
youtube.it

PER TE

Per te
ho ricolmo
di parole il cielo
a segni cubitali
per imprimerli
fortemente nei tuoi occhi.
Non so girovagare
per il mondo
per elargire la luce delle stelle
semplicemente con in mano il cuore
a te il mio pensiero
per colmarti d’amore.
Per te
diverrò ladra di raggi di sole
per annientare le tenebre.

domenica 5 dicembre 2010

PRIMA NASCITA




PRIMA NASCITA



Da curva del grembo poco accentuata
nascita precoce non sospettavo
neppure spasmi presentavano idea di parto.
Il mio pensiero oscillava ingenuo, dell'agire in balia restavo.

La nascita non ho percepito
non ti ho conosciuta al primo vagito
tra i miei sensi in anestesia
emozione partoriente affondava.

Al risveglio occhi gorgogliavano di pianto
mia figlia dentro ad una scatola d’ossigeno.

Scena di giubilo non ho scorto

non ho sentito decantare inno alla vita

non t’ho poggiata sul seno pronto a nutrire

Quel mattino di primavera,  era di sole sfocato.

Quando le spighe prendevano colore
nel giugno assolato, 
tra le braccia finalmente testina bruna stringevo,
Francesca, il nome ho potuto sussurrare.

Tra scottanti lacrime quiete,
la completezza, danzava tra pieghe del cuore,
l’attributo materno mi annunciava.

a Francesca
1969

Poesie Emily Dickinson

domenica 28 novembre 2010

Suonami Una Poesia - Grazia Finocchiaro

Chi volesse ascoltare le mie poesie, può andare nel sito
http://www.suonamiunapoesia.it/  e digitare: NUOVI POETI

oppure digitare:  Suonami Una Poesia - Grazia Finocchiaro

sabato 27 novembre 2010

LA VITA NELL'ABBRACCIO



LA VITA NELL’ABBRACCIO


G. Klimt - Il bacio
 
 
Amore ti ho ritrovato, da tempo
 
non avevo di te né carezze né baci,
 
il mondo stava nelle tenebre

la vita le mie membra disertava.
 
Dall’ultimo nostro abbraccio
 
nella tua assenza, nessun raggio
 
di sole m’ha stretto,
 
né balconi fioriti ho mostrato ai passanti.
 
La primavera picchiava

alla finestra ma invano 

 non sentivo fragranza
 
del novello mattino

né luce fluiva della stagione
 
tenera e colorata.
 
Sul materasso liberato dal sonno
 
posa un fascio di luce

del nuovo giorno,
 
timorosa sopra poso la mano
 
sento che mi scalda e mi rinfranca.
 
Il cuore non è più infranto
 
alla porta sta già

chi ha deciso di tornare.
 
La vita ci tuffa

dentro ai nostri abbracci
 
le nostre bocche 

esplodono adesso in sorrisi e baci.

****

Siddharta...Hermann Hesse... l'Iluminazione

giovedì 25 novembre 2010

AUTUNNO

AUTUNNO



Foglia smarrita
in aria settembrina,
lasci ora solitaria
di un ramo l’anima.
Di dosso
ti sei scrollata
anche la rugiada.
Dal vento spinta
al suolo sei scagliata
balzi
e mesta ti rialzi
dalla folata
inesorabile la tua salvezza
senza meta
il tuo corpo stendi
sopra zuppi selciati.
Foglia
dal tuo vissuto ingiallita,
ormai in questo autunno
sei nuda e scolorita.

martedì 23 novembre 2010

QUANDO MI ASPETTAVI NEL VENTO

QUANDO MI ASPETTAVI NEL VENTO




Fermare vorrei quel tempo

quando

mi aspettavi nel vento,



sul percorso i tacchi battevo

nella folata il vestito s’alzava,

restava una scia l’attesa.



Nell’incanto il sole infuocava,

sotto la pioggia

c’inzuppavamo d’amore.



Mano in mano era tacito

attorno, ma profonde le parole

impresse sul cuore.



Ai piedi era corsa per non indugiare

capelli scompigliati al vento,

rapidi sguardi, rubavamo baci al tempo.

ASCOLTAVO

ASCOLTAVO




Della pioggia

il ticchettio ascoltavo

sulla vetrata

di corallo dipinta.



Con me

te i capelli m’accarezzavi

e il cielo ferrigno

grondava.



Del camino

il fuoco cantava

legna antica che ardeva



di caldarroste lo scoppiettio

dell’allegria di sempre

noi ci stordivamo.



Una musica lenta…

su tappeto di lavanda…

tenerezze tra dischiuse labbra.

Andavamo.

UN GIORNO AL SOLE

UN GIORNO AL SOLE


Tra alberi di castagno permango
sdraiata ai raggi dorati,
giocosi il mio corpo ghermiscono
d’ambra la mia pelle colorano.

Bell’estate, contornata
da infinite efflorescenze
di splendore traboccante,
indori l’aria cristallina
riporti opulenta la terra.

Rubi alle mie labbra il sorriso
tra capelli ghirlande di sole,
da scogli appaiono conchiglie
la mia stanza ha pareti di mare
le stelle si mischiano al sale.

Per tutto il tempo della tua luce,
tappeto di gioconde farfalle
timorose sulla corolla danzano,
dipinte ali stanno a vibrare
finché non colmano fame.





LA GIOIA

LA GIOIA





Giochi di bimbi

grida e sorrisi

pronti all’abbraccio

sulla guancia un bacio.

Ténere mani che prendono

la mia per giocare

piccola mi fanno sentire.

Nella loro purezza,

infanti d’innata bontà

tenerezza autentica,

curano la mia malinconia.

Immemore mi rendono,

con un gesto uno sguardo

il cuore di gioia colmano.











a Federico e a Leonardo

2006









E...

E…



…E rondini

spiegavano ali

in grande volo.



…E note di delizia

tra ginestre suonavano melodia

sparsa nella via.



…E il rosso tramonto

che crepuscolo plasmava

dava vita ad alba nuova.



…S’assopiva

il sole

ergeva l’amore.

IL BACIO

IL BACIO



A occhi socchiusi

sfioro

le tue ciglia

con le mie dita

mentre

l’incantesimo

ci unisce.

La tua bocca

come piuma

sulla mia

e magiche

parole soffiate

come

fruscio di foglie.
ACQUA


Acqua di ruscello
scivoli lentamente
pura e trasparente.

Accarezzi i sassi
quando ondeggi
lungo il tuo fluire
come modella in passerella.

Carezzevole
mai ti neghi
a chi ti fa posare
s’una spanna di mano
per dissetarsi.
PARLO CON VOI



Terra di sole di mare,

palazzi barocchi,

tutte le mattine che rintocchi!

Profumo di zagara… avanza

e vedo come… soffia quel… sottile vento…

che sposta l’erba novellina…

delicatamente,

gote arrossate dal sole d’estate, ricordo.



Nella tua dimora, Madre,

i primi passi posai,

era città del Sud

che mai il mio pensiero fosse quello

di poter lasciare.

Su lastricato di scuola, di lungomare,

scorrazzai,

schegge di gioia il vissuto.



Venne tempo che i primi luoghi

abbandonai

non più accarezzai mia dimora,

per altra meta mi son avviata,

addosso… manto di nostalgia.



Per te, smania vivo, Terra mia!

e nel cuore mestizia

per te Madre mia!



Ancora vorrei incedere

su quelle pietre del Sud,

ma te Madre, per l’eternità avviata,

il cuore mio hai inaridito,

i diletti luoghi …ti sei portata.

Angioletto