martedì 23 novembre 2010

QUANDO MI ASPETTAVI NEL VENTO

QUANDO MI ASPETTAVI NEL VENTO




Fermare vorrei quel tempo

quando

mi aspettavi nel vento,



sul percorso i tacchi battevo

nella folata il vestito s’alzava,

restava una scia l’attesa.



Nell’incanto il sole infuocava,

sotto la pioggia

c’inzuppavamo d’amore.



Mano in mano era tacito

attorno, ma profonde le parole

impresse sul cuore.



Ai piedi era corsa per non indugiare

capelli scompigliati al vento,

rapidi sguardi, rubavamo baci al tempo.

ASCOLTAVO

ASCOLTAVO




Della pioggia

il ticchettio ascoltavo

sulla vetrata

di corallo dipinta.



Con me

te i capelli m’accarezzavi

e il cielo ferrigno

grondava.



Del camino

il fuoco cantava

legna antica che ardeva



di caldarroste lo scoppiettio

dell’allegria di sempre

noi ci stordivamo.



Una musica lenta…

su tappeto di lavanda…

tenerezze tra dischiuse labbra.

Andavamo.

UN GIORNO AL SOLE

UN GIORNO AL SOLE


Tra alberi di castagno permango
sdraiata ai raggi dorati,
giocosi il mio corpo ghermiscono
d’ambra la mia pelle colorano.

Bell’estate, contornata
da infinite efflorescenze
di splendore traboccante,
indori l’aria cristallina
riporti opulenta la terra.

Rubi alle mie labbra il sorriso
tra capelli ghirlande di sole,
da scogli appaiono conchiglie
la mia stanza ha pareti di mare
le stelle si mischiano al sale.

Per tutto il tempo della tua luce,
tappeto di gioconde farfalle
timorose sulla corolla danzano,
dipinte ali stanno a vibrare
finché non colmano fame.





LA GIOIA

LA GIOIA





Giochi di bimbi

grida e sorrisi

pronti all’abbraccio

sulla guancia un bacio.

Ténere mani che prendono

la mia per giocare

piccola mi fanno sentire.

Nella loro purezza,

infanti d’innata bontà

tenerezza autentica,

curano la mia malinconia.

Immemore mi rendono,

con un gesto uno sguardo

il cuore di gioia colmano.











a Federico e a Leonardo

2006









E...

E…



…E rondini

spiegavano ali

in grande volo.



…E note di delizia

tra ginestre suonavano melodia

sparsa nella via.



…E il rosso tramonto

che crepuscolo plasmava

dava vita ad alba nuova.



…S’assopiva

il sole

ergeva l’amore.

IL BACIO

IL BACIO



A occhi socchiusi

sfioro

le tue ciglia

con le mie dita

mentre

l’incantesimo

ci unisce.

La tua bocca

come piuma

sulla mia

e magiche

parole soffiate

come

fruscio di foglie.
ACQUA


Acqua di ruscello
scivoli lentamente
pura e trasparente.

Accarezzi i sassi
quando ondeggi
lungo il tuo fluire
come modella in passerella.

Carezzevole
mai ti neghi
a chi ti fa posare
s’una spanna di mano
per dissetarsi.
PARLO CON VOI



Terra di sole di mare,

palazzi barocchi,

tutte le mattine che rintocchi!

Profumo di zagara… avanza

e vedo come… soffia quel… sottile vento…

che sposta l’erba novellina…

delicatamente,

gote arrossate dal sole d’estate, ricordo.



Nella tua dimora, Madre,

i primi passi posai,

era città del Sud

che mai il mio pensiero fosse quello

di poter lasciare.

Su lastricato di scuola, di lungomare,

scorrazzai,

schegge di gioia il vissuto.



Venne tempo che i primi luoghi

abbandonai

non più accarezzai mia dimora,

per altra meta mi son avviata,

addosso… manto di nostalgia.



Per te, smania vivo, Terra mia!

e nel cuore mestizia

per te Madre mia!



Ancora vorrei incedere

su quelle pietre del Sud,

ma te Madre, per l’eternità avviata,

il cuore mio hai inaridito,

i diletti luoghi …ti sei portata.

Angioletto