venerdì 4 settembre 2015

IL FIUME


Si leva leggero il soffio del mattino

trascina in me fragranza di quiete
 
Uno sguardo al fiume vivo

mi prende per mano
 
Addosso mi scorre scintillio trasparente

Frescura di pura verità.

                                         




DORMIVAN LE STELLE


 


Dormivan le stelle
il cielo taceva,
di solitudine la luna
folleggiava
non vedeva che la propria
di luce,
di tristezza era piena
e fioco era il chiarore
non voleva neppure
dormire, la luna,
i sogni si sarebbero smarriti
in una notte troppo scura.
Scrutò la luna
lontano laggiù
dove un accenno brillava,
era il destarsi delle stelle
una ad una lentamente
fino a divenire
un luminoso coro,
la luna esultò
allagando di gioia
quel cielo.


@gf- dalla silloge  "OLTRE I SILENZI" 2015




FLASH

Un flash
l'esterno in noi
 
oltre il vetro
il nostro interiore
 ogni sentimento
a confondersi nell'infinito
 
si amalgamano
seppur in contrasto
 
la vita, vibrante
nell'atmosfera
e le emozioni che dall'interiore
tessono la vita.
 
*
@graziafinocchiaro  4 settembre 2015


mercoledì 10 giugno 2015

E LA CAREZZA SI PERDE - Recensione di ALFREDO GIGLIO


Alfredo GiglioGrazia Finocchiaro

16 dicembre alle ore 8.36 · Crotone ·


COMMENTO A CURA DI ALFREDO GIGLIO

Post n°335 pubblicato il 16 Dicembre 2014 da Giglio Alfredo


E LA CAREZZA SI PERDE
di Grazia Finocchiaro ©
Dalla Silloge “Cristalli di Parole”

Cuore piegato da un amore
 
dal tempo consunto
 
di emozioni
 
adesso spogliato.
 
La parola non va più a segno
 
memoria il tenero gesto,
 
il corpo
 
di effusioni profuse
 
 
 
nel tempo candido,
 
 
 
non suscita alcun sentire
 
come udito non percepisce boato.
 
Anime, lungo il viale, isolate,
 
i battiti ogni cuore sigilla,
 
l’attempato sentimento
 
si disperde.
 
E’ solo aspra parola
 
lontano
 
va a smarrirsi la carezza
 
invano attesa.
 
 
 
 
 
 
( Primo premio al Premio Prader Willi - Torino  - Edizione 2010  - a cura di

Donatella Garitta)


Commento a cura di Alfredo Giglio
E LA CAREZZA SI PERDE
Ho voluto rileggere questa poesia di Grazia Finocchiaro, già letta tempo fa, e tanto mi è piaciuta, che ho voluto commentarla.
Di Grazia Finocchiaro, avevo già commentato e recensito quanto della sua produzione letteraria m’aveva colpito nell’intimo.
Poetessa che, attraverso i suoi delicati versi, non manca di mettere in luce tutte le sfumature di situazioni gioiose o nostalgiche, specie quando pensa alla sua Sicilia, sempre dolcemente vagheggiata, o anche le variegate tonalità del sentimento di malinconia e di dolore, per quanto riguarda quel nobile impulso, che appartiene a tutti gli esseri viventi, che è l’Amore. E noi sappiamo che Grazia Finocchiaro è Poetessa innamorata dell’Amore: sentimento che traspare e vive in tutte le sue liriche, accompagnato sempre dalle sensazioni di felicità, rammarico o delusione, che la Poetessa analizza nel suo profondo sentire.
Sono quindi felice di commentare questa poesia che riprende un tema particolare, ma comune al finire di ogni storia d’amore, che è dato da quel gelo che cala fra due persone, e ne raffredda tanto i rapporti, da portarli, inevitabilmente, alla totale e reciproca noncuranza.
Dice la Poetessa, nei suoi versi efficaci, soavi e stringati e, immaginando due persone, non più tanto giovani, che camminano lungo un viale, distanti fra loro, nella totale vicendevole indifferenza, che essi non ricordano più le carezze, le emozioni e le gioie di un tempo da poco passato, poichè il cuore di entrambi, ormai piegato, ormai logorato dal tempo impietoso, è rimasto senza palpiti e non è più capace di slanci passionali, rimanendo quindi privo di qualsiasi emozione.
La parola, che dovrebbe essere strumento di dolce persuasione, rimane verbo muto e non sale dal profondo dell’anima per scaldare un sentimento sopito, mentre il tenero gesto, ossia una carezza lieve, rimane ferma e celata nella memoria. Così anche il corpo, che nel tempo della giovinezza, ormai trascorsa, era sommerso da effusioni amorose e da carezze audaci, ora non suscita alcun sentimento, rimanendo sordo ad ogni richiamo d’amore o di passione, sordo come l’orecchio che non sente nemmeno il fragore del tuono!…Bella ed originale l’espressione che usa la Finocchiaro: come udito non percepisce boato.
Le due anime, che vanno silenti e distanti lungo il viale, sono isolate ed il loro cuore ha sigillato ogni palpito, quasi a non volerlo fare percepire all’altro, mentre il sentimento d’amore, arreso ed antico, si disperde e svanisce nel nulla.
La parola che non è uscita dall’anima, rimane aspra e sterile, intanto che una carezza, invano attesa, si perde lontano.
Non sfugge a nessuno che la Poetessa, con un velo di amarezza, evidenzia, in questa lirica, la necessità di un gesto d’amore, per sciogliere il gelo nel cuore…Ed è sostanzialmente vero: un gesto gentile, può far rivivere quella piacevole emozione, capace di riavvicinare due anime, un tempo innamorate, che avvertono il disagio del distacco, conseguente spesso ad una incomprensione o ad un malinteso, che sembrano fraintendimenti banali, ma che sono spesso capaci di distruggere, per sempre, finanche il ricordo di una struggente passione.
                                                            
                                                                                                        Alfredo Giglio


martedì 17 febbraio 2015

DOLCEMENTE con commento di A. Giglio


All’approdare del giorno

quando t’accosti

e stringi la mia mano

sotto il danzare del sole

è armonia tra quiete e alito,

scriviamo fiumi di parole

nell’immensità,

s’abbracciano le pupille

possente battito è nel petto.

Emozione irrefrenabile,

leggeri ci accostiamo in volo,

s’allargano i miei capelli al vento

s’apre la tua giacca al cuore.

Senti questo soave suono

che d'albore ci veste?

Scorgi il campo di grano

che matura sotto l’astro?

E’ messaggio d’amore

che ci unisce senza stupore

che ci prende

senza smarrimento

quando l’anima

snudiamo dolcemente.

* graziafinocchiaro



**

Alfredo Giglio

3 ottobre 2012

DOLCEMENTE di Grazia Finocchiaro
Leggendo qua e là racconti, liriche e quant’altro m’è capitato di leggere negli ultimi giorni, mi sono soffermato su una poesia molto bella, in cui affiora, lieve come una carezza, un ricordo d’amore, come se l’Autrice ne volesse dipingere i contorni in una scena dolcissima, che accosta, con felice analogia, all’aurora, al sorgere cioè di un nuovo giorno.
L’Autrice è Grazia Finocchiaro ed il titolo DOLCEMENTE è in perfetta sintonia con l’armonia dei versi, che non sono gridati, non esprimono rabbia o dolore: sono parole quasi sussurrate, versi che giungono direttamente al cuore, perché spontanei e parlano d’amore.
La Poetessa immagina che l’avvento del dì che sorge, accomuni due anime in un sereno abbraccio d’amore e ne descrive, con estrema delicatezza, i vari momenti.
Quando il giorno arriva, lei usa, con poetica sensibilità, la parola approda, che fa pensare all’approdare di una nave, tanto attesa dopo lungo viaggio, come il giorno è gioiosamente atteso, dopo la lunga notte e ti avvicini alla persona amata, prendendole dolcemente la mano, sotto la danza del sole che sorge e s’innalza nel cielo, allora si crea l’armonia tra la quiete dell’anima e l’ansimare della nascente passione, mentre si scrivono e si sussurrano fiumi di parole nell’immensità del Creato. Immagine soave e dolce, che ci dà l’idea della grandezza del sentimento. Gli sguardi, vogliosi di ritrovarsi, s’incrociano, si cercano, si abbracciano, mentre nel petto s’avverte possente il battito del cuore.
Siamo pervasi da un’emozione che non si può frenare, che non si può nascondere, mentre ci sentiamo leggeri, come farfalle librate in volo: lei con i fluenti capelli scarmigliati al vento e lui con la giacca aperta, quasi a mostrare il suo cuore innamorato.
Continua la Poetessa, con un’altra immagine dal sapore sempre dolce e dice, rivolta al suo amore: senti questo suono soave che ci ammanta d’albore? Che ci fa sentire come rinati, come rinasce l’alba, all’inizio di un nuovo giorno? Quanta musicalità troviamo in quell’albore ed in tutti i versi della lirica.
Riesci a scorgere quel campo di grano, che matura sotto il sole? Loro, che si sentono in volo, vedono dall’alto, tutta la natura sottostante, nel suo vero splendore. Paesaggio tipico della terra del Sud, nei meriggi affocati dal sole di giugno, che indora un mare di grano maturo, simbolo di quel duro lavoro, che rende nobile quell’antica terra, che la Poetessa non ha mai smesso di amare. E conclude: E’ questo un messaggio d’amore, che ci unisce, senza stupirci e senza farci prendere da un senso di smarrimento, proprio, quando mettiamo a nudo la nostra anima, con estrema dolcezza.
L’arte della
Finocchiaro si coglie tutta in un lirismo pacato, che affascina e penetra nell’intimo, regalando una serenità sconosciuta all’anima affranta ed emozionata.
Bello ed interessante sarebbe leggere l’intera silloge, per cogliere tutto l’afflato lirico, che unisce e vivifica il sentire di un’artista così singolare.

Alfredo Giglio  

A Alfredo Giglio e Ezio Scaramuzzino piace questo elemento

 









 



Angioletto