Dal 1967... Da quando ho puntato la penna sul foglio/la poesia divenne compagna/ La porto al vento al sole alla pioggia./ La mia poesia racconto/con le rime tra l'arcobaleno/della mia poesia mi vesto/quando pagina bianca/trovo da scarabocchiare/quando delle sillabe l'eco/sfiora le nubi argenti/quando spezza tuoni/di temporali scroscianti/e dei fulmini è solo luce/che illumina liriche, versi e canti.
PAGINA PERSONALE DI GRAZIA HANNO PARLATO DI ME CONTATTI
martedì 28 dicembre 2010
domenica 26 dicembre 2010
STELLE
STELLE
La luce delle stelle
mi stupisce stasera
dall’immensità affacciate
s’esibiscono le più lustre
tra pareti d’empireo
si celano le più meste.
Accese
stanno a sbriciolare nell’oscurità barlume
celestiali
in coro arpeggiano un canto
sospese
sorridono taciturne in ogni tempo.
Luna
non derubare alcuna tra le stelle
miraggio
affidano a pupille
che attorno
non scorgono luce.
Stelle respirate piano
quando illuminate la notte di un bimbo tra i sogni
stelle stringete la mano
a chi è nelle tenebre perso,
vestite con la luce del timido sguardo
le pareti del cupo percorso.
La luce delle stelle
mi stupisce stasera
dall’immensità affacciate
s’esibiscono le più lustre
tra pareti d’empireo
si celano le più meste.
Accese
stanno a sbriciolare nell’oscurità barlume
celestiali
in coro arpeggiano un canto
sospese
sorridono taciturne in ogni tempo.
Luna
non derubare alcuna tra le stelle
miraggio
affidano a pupille
che attorno
non scorgono luce.
Stelle respirate piano
quando illuminate la notte di un bimbo tra i sogni
stelle stringete la mano
a chi è nelle tenebre perso,
vestite con la luce del timido sguardo
le pareti del cupo percorso.
martedì 21 dicembre 2010
CRISTALLI DI PAROLE - Prefazione di M. Carocci
Prefazione Entrare nel mondo poetico di Grazia Finocchiaro, è come tuffarsi nei colori più cangianti ed intensi della vita.
Dalle righe, scaturiscono fluenti le emozioni, i canti e le immagini che l’ autrice riesce a rendere visive mediante un linguaggio particolarmente descrittivo ed efficace ricco di figure retoriche.
Nel verde giardino della sua poesia, sbocceranno così fiori di zagara, si apriranno sogni, danzeranno amori e vi saranno maree, ma troveranno spazio i dolori, gli affetti amati e poi perduti, i ricordi nostalgici d’un tempo che fu e poi non più…
La capacità di rendere la propria introspezione materia visiva, è ciò che Grazia Finocchiaro riesce a comunicare, aprendosi ai lettori in tutta la sua verità, con le angosce, i disagi, le dolcezze, le emozioni e le amarezze di una donna che di vita vive!
Dalla poesia “Mare”:
_Mare immenso mare
puoi raccogliere
tutti i miei segreti e le parole
che oltre le tue salsedini
ho lasciato…
L’evocare ed affidare al mare, muto elemento di ascolto, testimone di emozioni, di segreti, essere in simbiosi con la maestosità e l’impetuosità dell’acqua e affidarsi ciecamente confessando le profondità dei propri pensieri, è un viaggio introspettivo, un viaggio interiore che porta alla conoscenza di un “io” a volte soffocato.
Il linguaggio è senza interposizioni, è diretto, privo di orpelli e inutili retoriche e banalità ormai obsolete.
Dalla poesia “Intreccio delle ciglia” (eutanasia)
_Ho gridato quanto grande era l’urgenza
del continuare quella vita con appena
d’acqua un sorso e di cibo altra sacca
per alleviare l’eterna partenza…
Verso emotivamente forte, che ci parla del senso della vita e dell’impotenza umana di fronte all’evolversi di un processo inarrestabile, quello della morte.
Parole forti, quasi urlate dal senso di smarrimento di chi assiste qualcosa, e non più qualcuno.
Lacrime fra le righe, quando l’essere umano è ostacolato dal giusto e lo sbagliato, quando non vorremmo vedere quei corpi adagiati, immobili, inerti, idratati e nutriti in attesa di un non risveglio.
Un dilemma difficile che la nostra autrice, sensibile e attenta, ha voluto sottolineare con una lirica intensa ed emozionale.
I suoi versi c’invitano a profonde meditazioni, a riflessioni e a domande che spesso non trovano risposta, lasciandoci all’ attenta considerazione dei nostri limiti umani.
L’ arte poetica nasce dall’incontro col proprio sé, dove non possiamo mentire, così come fa Grazia Finocchiaro, portando fuori dalla nicchia profonda dell’anima, i dubbi, le difficoltà e le certezze del nostro tempo.
La sua poesia è un viaggio dove tutti ne attingiamo, perché l’ esperienza del vivere ci accomuna nell’unico cammino che conosciamo: l’ esistenza terrena.
Ciò che la nostra autrice esprime, lo fa con garbo, gentilezza e amabilità, quasi con timore o addirittura la paura di frantumare i propri pensieri così come fossero fragili e delicati cristalli… CRISTALLI DI PAROLE.
Marzia Carocci
SOLIDARIETA' (Venezuela) - Ispirata Dall'Assoc. Umanit. Beyon Ocean (Italy-Venezuela)
SOLIDARIETA’ (Venezuela)

Fuggirò tra sconsolate stelle
che a guardare meste stanno
terra di pane e acqua spoglia.
Disseminerò con grosse torce
luce di amicizia
dove ammutolita l’umanità
dentro proprie ossa resta.
Salperò l’oceano con ingente nave
colma di abbracci e sorrisi
sulle spalle farò carico d’amore
da bere porgerò con le mani
braccia porteranno mattoni.
All’apparenza di un bimbo
il cuore verrà morso di sofferenza
staranno i miei occhi in trepidazione
che all’istante si potrebbe
spezzare la sua magrezza.
Un vagone colmerò di cemento
finché le case non siano
di fango e legno
e di lamiere non sia il tetto.
Una cesta di viveri
ad una gravida vorrò portare
perché sia partorito
un figlio ben nutrito.
Se il petrolio canta abbondanza,
che domani possano i pozzi
elargire quantità d’acqua immensa
che i disidratati dissetarsi potranno.
Seme speciale vorrò seminare
così che i campi diverranno
ricchezza di grano
per un popolo intero sfamare.

Fuggirò tra sconsolate stelle
che a guardare meste stanno
terra di pane e acqua spoglia.
Disseminerò con grosse torce
luce di amicizia
dove ammutolita l’umanità
dentro proprie ossa resta.
Salperò l’oceano con ingente nave
colma di abbracci e sorrisi
sulle spalle farò carico d’amore
da bere porgerò con le mani
braccia porteranno mattoni.
All’apparenza di un bimbo
il cuore verrà morso di sofferenza
staranno i miei occhi in trepidazione
che all’istante si potrebbe
spezzare la sua magrezza.
Un vagone colmerò di cemento
finché le case non siano
di fango e legno
e di lamiere non sia il tetto.
Una cesta di viveri
ad una gravida vorrò portare
perché sia partorito
un figlio ben nutrito.
Se il petrolio canta abbondanza,
che domani possano i pozzi
elargire quantità d’acqua immensa
che i disidratati dissetarsi potranno.
Seme speciale vorrò seminare
così che i campi diverranno
ricchezza di grano
per un popolo intero sfamare.
giovedì 16 dicembre 2010
BIMBI IN AFRICA
BIMBI IN AFRICA
Dalla sete tormentati
senza sogni
l’aria bruna trafigge corpi
Dalla sete tormentati
senza sogni
l’aria bruna trafigge corpi
senza carne, senza vesti.
Piccole vite
Innocenti,
con ossa sparse
al gelo alla fame,
che fiatano aria malsana
inconsci
di acqua lavata.
Solo una ciotola di liquido
li sazia
e ignorano
cos’è il pane tra i denti.
Etichette:AUDIO
POESIE
GENESI
GENESI
E’ di rugiada
il mattino di novembre
e di nuova vita
il giorno si colora.
Dopo lunga attesa
un soffio vitale
il mio animo pervade
di gioia suprema.
Il bebè poggiato
sul grembo di mamma
rivela in me
eredità materna.
Il giubilo sorriso
di mia figlia
rivela
il frutto del parto.
a Giusy
1997 Novembre
E’ di rugiada
il mattino di novembre
e di nuova vita
il giorno si colora.
Dopo lunga attesa
un soffio vitale
il mio animo pervade
di gioia suprema.
Il bebè poggiato
sul grembo di mamma
rivela in me
eredità materna.
Il giubilo sorriso
di mia figlia
rivela
il frutto del parto.
a Giusy
1997 Novembre
PIOGGIA A MONTMARTRE
PIOGGIA A MONTMARTRE
Dal cielo plumbeo scrosciava
tambureggiando la pioggia
tra alberi discinti allineati
nelle larghe piazze tra panchine vuote.
Pochi passi per i viali,
nei pub tra luci sommesse
traboccanti boccali,
a dar vita all’asfalto fari abbaglianti.
Era triste Montmartre…
grugni mesti di pittori,
miraggio di volto ritratto,
colori trasudati da mani stanche,
di avventore attesa incessante,
sul bohémien pioveva speranza.
Quella sera a Montmartre…
accostata al gruppo
si agitavano i miei sensi
lo sguardo si posava
sul mucchio di dipinti per terra sparsi
un bohémien asserì al passante
…eh, hai fatto soldi tu…
Montmartre…
Domani pioverà sole sui colori,
tempo nuovo, tanti avventori.
Dal cielo plumbeo scrosciava
tambureggiando la pioggia
tra alberi discinti allineati
nelle larghe piazze tra panchine vuote.
Pochi passi per i viali,
nei pub tra luci sommesse
traboccanti boccali,
a dar vita all’asfalto fari abbaglianti.
Era triste Montmartre…
grugni mesti di pittori,
miraggio di volto ritratto,
colori trasudati da mani stanche,
di avventore attesa incessante,
sul bohémien pioveva speranza.
Quella sera a Montmartre…
accostata al gruppo
si agitavano i miei sensi
lo sguardo si posava
sul mucchio di dipinti per terra sparsi
un bohémien asserì al passante
…eh, hai fatto soldi tu…
Montmartre…
Domani pioverà sole sui colori,
tempo nuovo, tanti avventori.
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POESIE
giovedì 9 dicembre 2010
PER TE
PER TE
Per te
ho ricolmo
di parole il cielo
a segni cubitali
per imprimerli
fortemente nei tuoi occhi.
Non so girovagare
per il mondo
per elargire la luce delle stelle
semplicemente con in mano il cuore
a te il mio pensiero
per colmarti d’amore.
Per te
diverrò ladra di raggi di sole
per annientare le tenebre.
domenica 5 dicembre 2010
PRIMA NASCITA
PRIMA NASCITA
Da curva del grembo poco accentuata
nascita precoce non sospettavo
neppure spasmi presentavano idea di parto.
Il mio pensiero oscillava ingenuo, dell'agire in balia restavo.
La nascita non ho percepito
non ti ho conosciuta al primo vagito
tra i miei sensi in anestesia
emozione partoriente affondava.
Al risveglio occhi gorgogliavano di pianto
mia figlia dentro ad una scatola d’ossigeno.
Scena di giubilo non ho scorto
non ho sentito decantare inno alla vita
non t’ho poggiata sul seno pronto a nutrire
Quel mattino di primavera, era di sole sfocato.
Quando le spighe prendevano colore
nel giugno assolato,
tra le braccia finalmente testina bruna stringevo,
Francesca, il nome ho potuto sussurrare.
Tra scottanti lacrime quiete,
la completezza, danzava tra pieghe del cuore,
l’attributo materno mi annunciava.
a Francesca
1969
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