Adesso è distante quel profumo del tempo che asciugava le tue camicie al sole, da quando sei entrato a far parte dei Remoti.
Non siedi più tra noi a consumare giorni ma soavemente, Fratello caro, cristallino scivoli ai miei umidi occhi.
Correrei a perdifiato a saperti nella stanza della Vita cpsì che potessi darti la carezza che m’hai t'ho consegnato!
Questa reminiscenza mi fa sobbalzare il petto e… la parola si ferma in gola, perché, pur se provassi ad urlare non potrei sfiorare neppure il tuo timpano opaco, non un sussulto del cuore che potesse divenire parola da sussurrare, come in questo presente ... che mi giunge il tuo respiro e cullo la tua anima e porgo le mie mani…tutte e due, perché ancor più grande sia la carezza e ancor più forte la stretta al mio animo, adesso, pur nella tua evanescenza.
Sarà solo tempo di quiete quando tra nuvole - come cader della neve - si scioglieranno le tue parole e lieve brezza - appena polvere al vento - le poserà alle mie pupille e leggerò di Te, la Vita che t’ha separato dalle tue membra, la Vita che avresti voluto respirare, di qua ... dove il mio deserto animo, resta a sfiorare il Tuo alito.
**
Nessun commento:
Posta un commento