Raccolta di poesie “Cristalli di Parole” di Grazia FINOCCHIAROCarta e Penna Editore - Torino - Collana Lo Scrigno dei Versi – Gennaio 2011
Recensione di Guido Folco su
“ITALIA ARTE” n. 7 – Torino - aprile 2011
NEI
VERSI DELL’AUTRICE IL SENSO DELL’ESISTENZA
Sono
sufficienti… “Cristalli di parole” per raccontare la poesia di
Grazia Finocchiaro, autrice del volume pubblicato da Carta e Penna
Editore. Questo perché i versi spiegano, molto meglio della critica,
lo spirito e l’intensità emotiva dell’autrice e dei concetti che
con la poesia si vogliono esprimere.
Ecco
allora, subito, l’apertura del volume, con la prima sezione
intitolata “Da ogni sorgere del sole – Aurora” che, come versi
introduttivi, riporta alcuni versi della bellissima poesia di
Eugenio Montale: “Ho sceso un milione di scale / dandoti il braccio
/ non già perché con quattrocchi / forse si vede di più. / Con te
le ho scese / perché sapevo che di noi due / le sole vere pupille /
sebbene tanto offuscate / erano le tue”.
Presentata
da Donatella Garitta, la raccolta ci introduce
nell’intimità del pensiero dell’autrice, sollecitando risposte o
nuovi interrogativi, interpellando il nostro spirito al cospetto
della vita e della morte, della quotidianità e dell’eternità.
Grazia Finocchiaro esprime quindi non solo se stessa, ma anche
l’universalità delle eterne questioni umane, dall’amore alla
felicità, dalla gioia al dolore e ne traduce in versi le emozioni,
in cui ognuno di noi può trovarsi.
“Per
te / ho ricolmo / di parole il cielo / con segni cubitali / per
imprimerli / fortemente nei tuoi occhi. / Non so girovagare / per il
mondo / per elargire la luce delle stelle. / Semplicemente con in
mano il cuore / il mio pensiero / per colmarti d’amore. / Per te /
diverrò ladra di raggi di sole / per annientare le tenebre.”
Anche
la natura diventa protagonista di alcune poesie di Grazia Finocchiaro
e sempre prevale il senso simbolico, l’atmosfera sensuale e dolce
del rasserenamento che induce al pensiero: “Acqua
di ruscello / scivoli lentamente / pura e trasparente / accarezzi i
sassi / quando ondeggi / lungo il tuo fluire / come modella in
passerella. / Carezzevole / mai ti neghi / a chi ti fa posare /s’una
spanna di mano / per dissetarsi”.
La
seconda sezione, “Alba”, introdotta dai versi di Salvatore
Quasimodo, presenta una selezione di liriche estremamente evocative,
quasi una tavolozza di colori, profumi, sensazioni che ci permettono
di immergerci nell’universo poetico dell’autrice. “Quando
mi aspettavi nel vento” recita: “Fermare vorrei quel tempo /
quando m’aspettavi nel vento / sul percorso i tacchi battevo /
nella folata il vestito s’alzava / restava una scia l’attesa. /
Nell’incanto il sole infuocava / sotto la pioggia / c’inzuppavamo
d’amore. / Mano in mano era tacito attorno / ma profonde la parole
/ impresse nel cuore. / Ai piedi era corsa per non indugiare /
capelli scompigliati nel vento, / rapidi sguardi, rubavamo baci al
tempo”.
Guido
Folco
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